In occasione del trigesimo, giovedì 2 settembre alle ore 20,30 in chiesa a Bagnolo in Piano, verrà celebrata la Santa Messa comunitaria.
Volentieri condividiamo l’articolo apparso sul settimanale La Libertà a cura di don Mario Pini.
Lutto cittadino a Bagnolo per la morte di Guido Mora.
Lunedì 2 Agosto, in mattinata, nella chiesa parrocchiale di Bagnolo si sono svolti i funerali di Guido Mora, servo della Chiesa, deceduto “carico di anni e di meriti” alle luci dell’alba di venerdì 30 luglio. Momento atteso, stanti le gravi condizioni di salute, che ha suscitato tanta commozione. il 26 agosto avrebbe compiuto 96 anni.
Il sindaco Gianluca Paoli ha ottenuto che la salma venisse esposta per due giorni nel salone dell’oratorio parrocchiale, la “casa ” di Guido che vi ha trascorso tutta la vita a far conto dalla fine degli anni 40, dalla fondazione dell’oratorio stesso, in collaborazione con l’arciprete Don Giuseppe Barbieri, che fu vero padre spirituale di Guido e di centinaia di giovani. Lo stesso sindaco ha dichiarato il lutto cittadino nel giorno del Commiato, interpretando il sentire commosso dell’Amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza.
La Santa Messa è stata presieduta da Don Stefano Torelli, superiore generale dei Servi della Chiesa, presenti vari sacerdoti dell’Istituto ed amici con l’arciprete Don Guerrino Franzoni, Il diacono Marco Beltrami e l’accolito Carlo Incerti. All’omelia Don Stefano ha commentato il Vangelo della moltiplicazione dei pani ed il passo Sapienziale che getta uno sprazzo di luce sull’aldilà, fondato sulla speranza della risurrezione. Ha messo in evidenza il lungo lavoro di Guido, che, animato da una fede incrollabile ha saputo formare schiere di giovani e di padri di famiglia, aperti alle necessità di chi ha bisogno di un pane sicuro, e più ancora, di costruire una società benedetta da una carità generosa e condivisa nell’operare per il bene di tutti.
Vari e toccanti gli interventi nella preghiera e nel ricordo da parte dei suoi “ragazzi”, tra cui il sindaco che, in fascia tricolore, commosso, ha rappresentato il Comune e tutta la Cittadinanza.
Dopo l’omelia, don Mario Pini, servo della chiesa e fratello di Guido sin dalla prima giovinezza, ha tenuto la commemorazione con queste parole:
Oggi, qui riuniti, celebriamo la santa Messa di suffragio per il nostro amico Guido.
La sua lunga vita è stata per lui un valido motivo per offrirci la prova tangibile di un lungo amore.
Voglio ricordare con brevi parole questo carissimo Fratello, Servo della Chiesa dal 1950, laico consacrato con i santi voti di povertà, di castità e di obbedienza, secondo il carisma del servo di Dio Don Dino Torreggiani. Don Dino è il prete reggiano che ha aperto agli esclusi, agli scarti della società, un sentiero di amore e di sicura speranza, facendo loro gustare la tenerezza di una Chiesa madre sollecita. Il 26 agosto del 1925 nasce a Campagnola Emilia da famiglia tradizionalmente cristiana, quattro giorni dopo viene portato in chiesa e battezzato con il nome di Guido. La famiglia lavora la campagna con un contratto di mezzadria e Guido cresce nell’oratorio coinvolto nella formazione dei ragazzi, attraverso il gioco, la catechesi, la partecipazione alla Messa festiva. Buono e gioviale sente nascere il desiderio di farsi prete, e si parla di seminario. Purtroppo la morte della cara mamma, la Rosina, nel 1942, interrompe questo meraviglioso progetto. Papà Ernesto ora non è più disponibile a prescindere dall’aiuto del suo figlio maggiore.
Dopo qualche anno, nel 1946 la famiglia si trasferisce a Bagnolo dove inizia nuove attività, prima nel settore dell’alimentazione, poi nella lavorazione del legno. Comincia per Guido un periodo intenso di attività e sotto la guida dell’arciprete Don Giuseppe Barbieri si da in pieno alla vita oratoriana, pur mantenendosi assiduo nel lavoro quotidiano. La fiducia del parroco è totale e Guido avrà sempre in lui un padre spirituale affettuoso è aperto.
Dalle tante belle testimonianze che ho raccolto, ce n’è una cui voglio accennare. Durante il servizio militare svolto nel distretto di Reggio Emilia, si diceva che erano più numerosi i giorni che faceva a casa di quelli di servizio in caserma: vi era infatti una valigia piena di gnocco fritto ben legata al portapacchi della bicicletta che alla sera ritornava vuota, dopo aver rallegrato Il cuore del superiore militare, incaricato di firmare le licenze… e Guido ne godeva felice.
Nel 1950 Don Giuseppe ha riunito attorno a sé un gruppo di giovani disposti a consacrarsi al Signore nell’Istituto di Don Dino, approvato dalla Chiesa due anni prima. Sono Guido, Renato Galleno, Quintilio Prodi e Quintilio Zini che con Don Giuseppe iniziano la preparazione ai voti di povertà, castità ed obbedienza. Questi ultimi due non continueranno. Renato è morto l’anno scorso a Badia Polesine, già superiore generale dei Servi della Chiesa e padre di oltre 400 zingarelli del Delta Padano accolto negli anni nel suo collegio di Badia.
Da allora Don Giuseppe diventa un faro nella vita di Guido che si adopera ogni giorno nella serena formazione dei giovani, attraverso il gioco li educa all’amicizia, alla socializzazione, al lavoro di squadra.
Ogni giorno si alza alle cinque, apre la chiesa alle sei, attende in preghiera l’ora delle Lodi e della santa Messa. Poi il lavoro; nel pomeriggio l’Oratorio per la ricreazione, accoglie tutti senza distinzione, per tutti un sorriso paziente.
Il campo sportivo è sempre pieno di giovani e ragazzi. Caldeggia l’associazione sportiva “Virtus Bagnolo”, che ha tutto il suo appoggio. Organizza i tornei cittadini con larghissime adesioni, “i tornei di Guido!” dopo le partite, vinte o perse, i ragazzi andavano a raccontare tutto a Guido, il gelato era sicuro!
La sua personalità e la sua dedizione non passano inosservate, varcano i confini del territorio e giungono molto in alto, il 5 marzo del 1987 Il Santo Padre Giovanni Paolo II°, da San Pietro, gli manda una nomina pontificia che gli conferisce la dignità di Cavaliere Commendatore di San Silvestro. L’autentica è del Cardinale Agostino Casaroli. Guido ne ha goduto, ma non ne ha mai fatto motivo di vanto personale.
Guido è sulla breccia. La situazione e sostenuta dalla preghiera e dalla santa Comunione che riceve ogni giorno. La formazione ricevuta matura in lui una spiritualità che ha come ispiratori Don Bosco e Don Dino, chiamato il Don Bosco di Reggio, spiritualità fondata sul metodo preventivo: è meglio prevenire che correggere! egli lavora con costanza e fedeltà, non si lascia piegare dagli ostacoli, che nelle opere di Dio non mancano mai, dagli acciacchi e dalle malattie che supera con coraggio e con fortezza, sempre più fiducioso nella Divina Provvidenza… e nei suoi preti!
Don Giuseppe, padre e maestro, confondatore dei Servi della Chiesa, incaricato della formazione dei membri professi dell’Istituto, che è stato anche mio amico e sostegno. Oggetto di venerazione, Guido gli prestava obbedienza indiscussa.
Don Pasquino, che si era messo sulla scia di Don Giuseppe condivideva i progetti di Guido e dei cui consigli faceva tesoro. Aveva un’amicizia fraterna con Don Paolo Morelli lui pure membro del nostro Istituto, che è stato un grande della carità missionaria. Don Paolo accettava con umiltà, quando ci volevano, i rimproveri di Guido che frenavano le sue intemperanze…e chi ha conosciuto Don Paolo non ha bisogno di spiegazioni…
Con Don Giovanni Rossi ha continuato a collaborare in Oratorio in piena fiducia, così con i suoi successori.
Il vescovo Gilberto Baroni lo stimava molto ed apprezzava il suo metodo di apostolato.
Veramente è stato un laico esemplare, ed il suo impegno e gli ottimi risultati gli valgono nel corso degli anni tanti riconoscimenti. Tra più cari e graditi, quelli dei suoi ragazzi che un giorno gli consegnano un piccolo attestato: “a te Guido, per l’esempio, l’entusiasmo e la gioia che ci hai donato, i tuoi ragazzi delle scuole medie “.Non sono necessarie ne la data ne le firme.
L’amministrazione comunale segue con apprezzamento il lavoro di questo generoso operaio ed in più momenti di gli si fa presente con semplici, ma simpatici riconoscimenti. Ne ricordo uno a firma del sindaco pro tempore “l’amministrazione comunale di Bagnolo L’8 dicembre del 2005 scrive : A Guido Mora per l’impegno profuso a favore dei giovani bagnolesi”.
Guido ha sempre ricambiato con un sorriso ed un gesto di amicizia il tanto bene e il tanto amore ricevuto da ogni parte, ed in particolar modo dalla sua famiglia, la carissima Pina, le nipoti con le loro famiglie, dalla fedele badante, dai sacerdoti, dai suoi fratelli di Istituto e dagli amici tutti.
Non sarà facile per noi colmare il grande vuoto che ci lascia, mentre facciamo tesoro della sua ricca eredità.
Una vita tutta donata, un amore senza confini!
D.M.Pini