Il 9 ottobre scorso si è aperto per la Chiesa Italiana
il Sinodo voluto da Papa Francesco; la domanda che viene per prima è cosa sia
un Sinodo. Papa Francesco nel suo discorso inaugurale ha scritto: “Ribadisco
che il Sinodo non è un’indagine sulle opinioni; il Sinodo è un momento
ecclesiale, e il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. Se non c’è lo
Spirito non c’è Sinodo.” Sinodo non è dunque un mega-evento, non è nemmeno un
parlare sulla sinodalità, non è nemmeno essere copia di un Parlamento, dove si
cerca la risoluzione dei problemi o si cerca una maggioranza, la quale non è
sinodalità, perché manca lo Spirito. La Chiesa non è nuova a queste esperienze
fin dal suo nascere e dal suo muoversi lungo i secoli. La Chiesa italiana poi
in questi ultimi 20 anni con i Convegni Ecclesiali ha ripreso tale esperienza
anche se più ristretta. Il Sinodo, infatti, rispetto ai Convegni Ecclesiali,
ove a discutere e a scambiarsi idee erano i delegati, riconosce il diritto e il potere di parola affidato a tutti.La capillarità del Sinodo, caratterizzato dall’atteggiamento
dell’ascolto, permette ad ogni credente e battezzato di portare il proprio
contributo di pensiero. La sinodalità e
la ministerialità, tema questo che verrà affrontato nei prossimi anni, sono
scelte fondamentali per una Chiesa che vuole essere fedeleinterprete dei segni
di Dio dentro l’oggi e vuole interpellareciascun battezzato la cui esistenza ed
esperienza, sono preziose, e sono un dono che rinnova e qualifica il
discernimento dell’intero popolo di Dio per migliorare e rendere più efficace il
Kerigma, l’annuncio dentro la realtà che stiamo vivendo, decidendo e scegliendo
insieme, cosa che coinvolge tutti i soggetti ecclesiali. La parola SINODO
deriva dal greco “sunodos” vuol dire “camminare insieme” e come
ci ha detto i Vescovo “Il
Sinodo è un’esperienza ecclesiale e spirituale.” Ecclesiale perché
l’essere Chiesa implica sempre la disponibilità a camminare insieme. Significa
condividere una visione, una prospettiva che ci attrae e individuare le tappe e
le modalità (processi) che attivino un cambiamento duraturo ed efficace. In
questo senso “Chiesa” e “Sinodo” sono sinonimi.
Spirituale perché è un’esperienza ispirata dallo Spirito
Santo e conserva, pertanto, un margine ampio di apertura e imprevedibilità,
caratteristiche dello Spirito, che soffia e va dove vuole. Per questo si
utilizza l’espressione “celebrare il Sinodo”, perché di fatto significa
riconoscere l’azione dello Spirito che accompagna sempre la nostra Chiesa.
Il camminare insieme ha due diversi campi di azione:
- Il primo è interno alle chiese particolari (i rapporti tra i soggetti che le costituiscono, la comunicazione inter-ecclesiale, la partecipazione alle decisioni ecc.);
- Il secondo è esterno, cioè le relazioni e il dialogo con il mondo esterno (persone di altre religioni, con i non credenti, con le istituzioni politico-sociali ecc.).
Il tutto ridando protagonismo alle chiese locali, come scrive il documento preparatorio, per non fare i soliti documenti calati dall’alto, ma per capire bene i bisogni e i problemi che vivono le chiese locali e rispondere adeguatamente alla domanda: “Come siamo capaci, oggi, di dire Il Vangelo nella nostra terra e in questo tempo?”.
Da tutto questo si capisce, come dice in modo chiaro il documento preparatorio al n.32, che scopo di questo Sinodo “… non è produrre documenti, ma “far germogliare sogni, suscitare profezie, far fiorire speranza, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridono forza alle mani.”
Sono saltati i modelli di specificazione pastorale, basati sulla divisione (pastorale giovanile, famiglie, malati, ecc.) perché si è capito che frammentati non si va più avanti ora si punta non sulla omologazione, il livellamento, ma sulla COMUNIONE NELL’UNITA’, che esige unità di intenti come testimonianza, il testimone non è più un IO ma un NOI.
Anche qui da noi incominciamo questo camminare insieme, pregando che lo Spirito ci faccia aprire ad una mentalità veramente sinodale “entrando con coraggio e libertà di cuore in un processo di conversione che ci abbraccia tutti.