Grande festa mercoledì 29 giugno per festeggiare i 20 anni di accolitato di Carlo Incerti.
20 anni di accolitato…
Carissimi tutti, intanto grazie! Eucarestia è ringraziamento e quindi: grazie! Siccome però, per me è stata una sospresa inaspettata, non ho potuto, in sagrestia, che scrivere due righe.
Grazie per questo ricordo e per cio’ che avete preparato, veramente non dovuto ma accolto col cuore. Non dovuto perchè sono tante le persone da rigraziare che quotidianamente lavorano per la nostra UP e perchè ….proprio 21 anni fa come oggi, nei festeggiamenti parrocchiali di don Pasquino e don Paolo, al momento della consegna della pergamena papale da parte di don Francesco Marmiroli, allora vicario generale, don Paolo fu invitato a ringraziare. Risposta:” non vedo cosa ci sia da festeggiare. E’ come ringraziare un carabiniere perchè ha fatto bene il suo mestiere”! Allora per esser veloci: un ricordo allora per don Pasquino, don Paolo e don Luigi. Se io e prima di me , Lorenzo e Fabio siamo diventati accoliti è per loro e per merito loro. E poi negli anni, mi è stato chiesto di andare qualche mese a San Pietro città… don Gianni, don Claudio, don Alcide e don Gino. Tutti sacerdoti che, diversi l’uno dall’altro, ci hanno mostrato quanto è bello e anche difficile donarsi agli altri per Cristo. Ora, dal cielo, passiamo alla terra. Grazie ai miei parenti. Dico sempre che la mia mamma e il mio papà sono accoliti piu’ di me, poichè se posso alle volte, scappare dal lavoro è solo per merito loro, Dio v’ bendesa. Grazie a tutti voi sacerdoti qui sull’ altare, al mio parroco don Guerrino e ai tanti che ho conosciuto e, anche a voi: auguri in un giorno così solenne per la chiesa. Grazie ai parrocchiani della mia up di San Michele, S.Tomaso, Pieve e Bagnolo che è la culla da cui è nato tutto, ai miei amici di San Pietro e poi di Reggio, San Giovanni e San Maria e..oltre. grazie!
Ultimi flash: abbiamo una zia, la Dafne, che ha compiuto 100 anni e che 20 anni fa mi ha sistemato e ricamato il camice…l’ho messo via talmente bene che non so piu’ dove l’ho messo, fortunatamente don Vasco me ne ha regalato uno.
Mi sono chiesto due cose stasera. Cosa ricordo di quel giorno e cosa ho fatto in questi anni.
Ricordo che c’era meno caldo, che c’erano le mie nonne, che Anna con il suo sorriso mi ha portato la tunica bianca, che mons.Orlandini mi fece uno scherzo, leggendo pubblicamente la lettera di domanda al ministero che io avevo scritto in forma “privata” al vescovo, che don Pasquino era raggiante e mi ha tenuto stretto abbracciandomi forte e che nella foto con i miei amici, quìdavanti, c’era la Francesca, che Dio ha chiamato troppo presto a far corona al suo giardino.
Cosa ho fatto…non saprei; direi nulla di piu’ di tanti di voi. Una cosa è certa. Se negli anni alcune cose han perso valore o meglio, sono tornate al loro giusto posto di importanza, lo devo al fatto che tanta gente mi fatto scoprire che l’accolito o il lettore, come il diacono e anche il prete, se non sono animati dal servizio agli altri, valgono ben poco. Vet in servesi, era la frase che Gianni dal suo cortile mi rivolgeva quando mi vedeva partire in bici di corsa all’ultimo minuto, come stamattina, per ifunerali, dove, grazie ai miei, tento di esercitare il mio servizio il più possibilie. Vet in servesi. Si, aveva ragione, servizio , non come ci dice la parola servus, schiavo, ma come dono libero agli altri per mostrare quanto è grande l’amore del Signore. Chiedo scusa a tutti se non sono sempre stato un buon servitore della carità del Padre.
Grazie di cuore a tutti. Carlo